TERAPIA BREVE per curare gli attacchi di panico in modo definitivo a Roma
Come curare
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Un aspetto importante ai fini di un trattamento efficace contro gli attacchi di panico consiste nel considerare che, per quanto diverse le paure che scatenano il panico, la struttura di funzionamento dell’intero processo rimane la stessa. Ad un certo punto si genera un circolo vizioso di forme di “evitamento” che mantiene la paura fino a farla divenire vero e proprio panico. |
Abbiamo visto nella sessione dedicata a “Cosa sono gli attacchi di panico?” che la paura della paura è alimentata dai fallimenti generati da una serie di tentavi di risolvere il problema (“tentate soluzioni”), in quanto caratterizzati essenzialmente da un continuo e progressivo rimandare o addirittura evitare le situazioni considerate minacciose. Oltre ad evitare, la persona che ha vissuto almeno una volta un episodio di paura estrema apparentemente ingiustificata, si aggrappa a richieste d’aiuto, che di volta in volta, confermano a se stesso la propria incapacità di farcela da solo. Il problema quindi si complica proprio in virtù di ciò che viene fatto per tentare di risolverlo.
La maggior parte delle teorie cliniche e i relativi orientamenti alla psicoterapia cercano di individuare le cause psicologiche remote che scatenerebbero il panico, seguendo la consolidata abitudine dell’essere umano a ragionare secondo una logica lineare di causa-effetto, in quanto certamente più rassicurante. Secondo quanto detto sopra però l’elemento che scatena la paura estrema è chiaramente rinvenibile nel presente, ed in particolare nel momento stesso in cui la persona inizia a percepire che qualcosa non va. Infatti la conferma del pericolo è diretta conseguenza di una “maggiore percezione” dell’elemento minaccioso, in genere un sintomo fisico come il battito cardiaco, il tremore o il respiro affannoso. Da quel momento ascoltando ciò che accade dentro di sé e abbandonando l’attenzione verso l’esterno, si costringe il proprio corpo ad una reazione tipica della paura: per cui è il corpo che inizia a guidare i pensieri e, in conseguenza, i pensieri spingono il corpo a reagire, in un escalation emotiva che conduce dritto al panico.
In che modo la psicoterapia può ridurre i sintomi del panico?
Il modo più rapido per ridurre gli effetti di questo processo “automatizzato” è basato sul cambiamento della percezione della realtà minacciosa. Infatti, se si interviene ad un livello unicamente sintomatico, il rischio di ricaduta è elevatissimo, se non addirittura certo. Sarebbe come dire che ancora una volta è il nostro corpo a “obbligare” la nostra mente.
Il trattamento psicoterapeutico orientato in senso “strategico” focalizza l’attenzione su COME il problema funziona ed agisce nel presente, modificando le strategie disfunzionali (le “tentate soluzioni”) attuate fino a quel momento per risolverlo. Durante il breve percorso iniziale di terapia la persona, attraverso “esperienze guidate” dal terapeuta, arriva a “sbloccare” quelle risorse personali che permettono di affrontare e superare efficacemente, in modo definitivo, il problema. Con l’ausilio di concrete esperienze emozionali correttive, in base al sistema “percettivo-reattivo” dell’individuo e al suo specifico problema, si guida la persona ad acquisire la capacità di gestire la realtà ed i suoi effetti. La si aiuta quindi a mettere in atto comportamenti differenti, che blocchino il circolo vizioso del panico fino ad abbandonare i motivi che mantengono il problema piuttosto che risolverlo.
Questo è possibile perché ad un cambiamento della percezione segue il cambiamento delle reazioni e successivamente della consapevolezza. Quest’ultima, infatti, giungerà solo ad esperienza fatta, quando sarà inevitabile per il paziente essere cosciente delle proprie capacità e delle risorse attivate nel fare qualcosa, che fino ad allora sembrava impossibile. Spesso purtroppo, le persone con un disturbo fobico possiedono un eccesso di consapevolezza rispetto al loro problema e alle cause dello stesso. Sanno e hanno capito bene tutto. La loro incapacità sta nel fare effettivamente qualcosa di diverso.
Possiamo riassumere il principio alla base di una così efficace metodologia d’intervento: “conoscere un problema mediante la sua soluzione“, cioè conoscere una realtà attraverso le strategie in grado di cambiarla.
Proviamo ad immaginare per un attimo, di allontanarci dalla nostra abitazione e, a un certo punto, dopo diverse ore di cammino, di ritrovarci in uno luogo sconosciuto, in un posto nuovo per la nostra memoria. Un luogo desolato in cui siamo soli, mentre ormai le luci del giorno lasciano rapidamente il posto al gelo e al buio della notte. Proviamo per un istante a capire cosa stia accadendo intorno a noi, dove siamo e perché siamo lì. Ebbene, probabilmente non trovando risposte concrete a queste domande inizieremo ad avvertire paura. C’è solo un sentiero di fronte a noi e delle luci in lontananza, ma è molto stretto e sconosciuto. La nostra mente quindi cercherà altri punti di riferimento esterni che ci ridiano subito la sicurezza perduta e, se non li troverà, inevitabilmente rivolgerà l’attenzione all’interno, dove avvertirà qualcosa che di certo non le sarà di aiuto. Troverà il nostro corpo in uno stato inquieto, con un battito cardiaco accelerato e un respiro sempre più corto e affannoso. E la cosa peggiore è che niente potrà impedire che le nostre paure aumentino in modo progressivo, fin tanto che la domanda sarà sempre la stessa: “Perché tutto questo proprio a me?”. Intorno ormai è tutto avvolto da un buio pesto e il piccolo sentiero davanti a noi si vede sempre meno. A questo punto possiamo decidere di continuare a brancolare nel buio, con piccoli passi avanti e indietro, pensando che la cosa migliore sia fuggire ripercorrendo la strada che ci ha portato fin qui; ma in questo modo avremo la certezza che da lì in avanti, ogni volta che ci allontaneremo dalla nostra abitazione saremo costretti a fuggire in preda alla paura fino al rientro. Oppure, possiamo fare qualcosa di diverso, qualcosa che finora è stato escluso dalle nostre possibilità, e iniziare a concentrarci su quelle luci in lontananza e sulla sicurezza che potrebbero offrirci. Proviamo per cui ad andare avanti e guardare in faccia la paura. E’ a questo punto che, sospinti da un luminoso interesse per il nuovo obiettivo, alla fine di quello stretto sentiero troveremo un cartello illuminato con su scritto: “Adesso puoi anche chiudere gli occhi e svegliarti da quest’incubo, finora hai solo sognato”.
Questo esempio ci aiuta a comprendere che il “sistema percettivo-reattivo” della persona si basa sul continuo controllo dei segnali di tensione interna e che lo sblocco arriva quando a cambiare è in primis il nostro modo di percepire il pericolo e quindi le convinzioni disfunzionali che ci impediscono di muoverci in avanti e affrontare il problema.
E’ possibile ottenere risultati stabili con una psicoterapia breve?
“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire ma non trovò nessuno.” M.L.King
Affrontando da subito “come” il problema si presenta ad ogni occasione, “in che modo” viene mantenuto e “quali sono” le difficoltà percepite dalla persona nel cambiare le cose è possibile ottenere, in tempi brevi, risultati significativi stabili contro i sintomi degli attacchi di panico. Sin dalla prima seduta infatti, l’obiettivo ricade sulla rottura della dipendenza dall’evitamento della paura e delle situazioni minacciose, in modo da indurre la persona a ri-attivare le proprie risorse bloccate. Ciò che solitamente accade in un percorso di psicoterapia breve integrata è lo sblocco della sintomatologia dopo poche sedute, spesso dopo la prima o la seconda. Nell’arco di pochi incontri, col diminuire dei sintomi, la persona giunge da sola a persuadersi di quanto, in effetti, il rimedio di evitare le situazioni e cercare sostegno negli altri lo faccia in realtà peggiorare. Si assiste pere cui ad un concreto cambiamento del modo di percepire e gestire la realtà. Ogni giorno la persona, grazie alle prescrizioni del terapeuta, ha la possibilità di attraversare le sue paure con immagini, vissuti, pensieri e sensazioni, e ogni giorno ha un’esperienza inequivocabile: «se li tocchi, i fantasmi scompaiono, se scappi ti inseguono».
Evitando di evitare e facendo a meno dell’aiuto esterno, si acquisisce maggiore fiducia nelle proprie risorse personali. Si addestrare la mente a far diventare spontaneo il fenomeno di guardare in faccia la paura e trasformarla in coraggio, attraverso una sorta di training mentale. Ridefinizioni, spiegazioni, ristrutturazioni, sostengono la persona a diventare consapevole della relazione che ha con se stesso, con gli altri, col mondo. L’obiettivo resta il raggiungimento dell’autonomia personale grazie agli incentivi ottenuti dai successivi e progressivi cambiamenti concordati. |
Le tecniche che il paziente acquisisce durante la terapia possono essere utilizzate al bisogno contro le situazioni minacciose. Con l’esercizio reiterato della tecnica, il nuovo sistema percettivo reattivo può consolidarsi, sostituendosi al vecchio, fino ad inibirlo. Il processo di cambiamento, a questo punto, non consiste più nella rottura di meccanismi bloccati, ma nell’attiva costruzione di una nuova realtà, personale ed interpersonale.
Per cui quando gli attacchi di panico e l’agorafobia inducono a costruire una dipendenza totale da altre persone, il trattamento procede su due binari: la rottura del Sistema Percettivo Reattivo Personale disfunzionale e la modifica delle Tentate Soluzioni del Sistema Interpersonale.
In che modo le terapie farmacologiche affrontano il problema?
Le terapie farmacologiche pur dando un sollievo momentaneo, eliminando la componente fisiologica legata all’ansia, hanno poca influenza su ciò che viene percepito come stimolo pauroso, il quale rimane.
L’attacco di panico, inoltre, si distingue da altre forme di ansia per l’elevata intensità e la natura improvvisa ed episodica. Per cui, potremmo definire l’attacco di panico come la forma più estrema della paura, quindi una reazione che viene innescata da una percezione, che a sua volta mette in moto reazioni psico-fisiche e che, in rapida escalation, portano alla sensazione di totale perdita di controllo o in alcuni casi perfino all’idea di poter morire di lì a poco. Nel vissuto della persona, la paura è totalizzante, tanto da arrivare a coinvolgere la mente e il corpo in una serie di sensazioni e stati d’animo così forti da paralizzare e annullare qualsiasi pensiero razionale.
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Una volta terminato il farmaco, la paura di avere ulteriori attacchi, e/o che gli attacchi stessi possono ripresentarsi, è a volte più forte di prima. Ciò che bisogna “curare” è la percezione distorta degli stimoli scatenanti il panico. No è raro infatti, che col tempo gli attacchi di panico si “attenuino” o si riducano ad attacchi paucisintomatici e che al contempo la paura della paura, l’ansia anticipatoria, divenga il sintomo più importante. E’ di fondamentale importanza, in questi casi, una diagnosi psicologica corretta del tipo di disturbo di cui l’individuo effettivamente soffre.
Il trattamento farmacologico per cui è una sorta di “stampella”. Aiuta nella fase riabilitativa ad accelerare il processo di ripresa, potendo offrire alla persona una sostegno immediato di fronte alla paura di cadere di nuovo. Ma ciò che consentirà alla persona di tornare a camminare con le proprie gambe e in piena autonomia sarà la volontà di rimettersi in piedi e fare i primi passi, “sentendo” di potercela fare ancora, visto che, probabilmente, ne è sempre stato capace prima e da solo. E riguardo al fatto di portare la persona a “sentire” come ancora possibile ciò che invece viene percepito come impossibile, gli strumenti messi a disposizione dalla psicoterapia restano impareggiabili.
IMPORTANTE: Grazie ad una casistica di miglia di casi risolti, oggi è possibile intervenire in modo specifico ed efficace, arrivando ad una completa e definitiva remissione della sintomatologia dell’ansia patologica e degli attacchi di panico entro le prime 10 sedute di terapia. Infatti, nella maggior parte dei casi, lo sblocco arriva già dopo la prima seduta, grazie all’impiego di tecniche molto avanzate, strutturate sulla base di anni di esperienza clinica e migliaia di pazienti guariti. |
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